Il libro “FIGLIO ‘E ‘NTROCCHIA. Una selezione di modi di dire napoletani ” (Edizioni Kairós) rappresenta un’altra “stazione” di quel viaggio affascinante che LUCIANO GALASSI ha iniziato nel 2008 con “Wellerismi napoletani” e che, libro dopo libro, lo ha portato a tracciare i segmenti essenziali di una mappa dei tòpoi del patrimonio culturale partenopeo. Libro e autore saranno protagonisti di un incontro con i lettori del ciclo “Scrittori in carta e ossa. Una sera con…” nella Libreria Spartaco, in via Martucci 18 a Santa Maria Capua Vetere (Ce), venerdì 9 marzo alle 18. Introduce e presenta Paolo Laudisio.
Il libro: Nel volume “FIGLIO ‘E ‘NTROCCHIA”, attraverso una selezione di modi di dire partenopei, si vanno ad approfondire temi relativi alla figura di Mastuggiorgio (è esistito o no?) e alla cura della pazzia a Napoli nei secoli XVI e XVII o alla reale esistenza del bastone di San Giuseppe (la mazzarella) presso l’istituzione di San Giuseppe dei Nudi o alla pratica di far denudare le natiche al debitore insolvente nel rito di rinuncia dei suoi beni in favore dei creditori (modalità nota nel popolo come zita bona), per citarne solo alcuni. Mai come in questo libro al linguista affidabile si è unito il ricercatore puntiglioso e scrupoloso nelle verifiche, e ciò, come nei ricordati casi di Mastuggiorgio e della mazzarella di San Giuseppe, ha determinato dei veri e propri colpi giornalistici con l’approdo a verità mai prima d’ora svelate.
Lo scrittore in carta e ossa: LUCIANO GALASSI, napoletano, è laureato in Giurisprudenza, dirigente in pensione. Gattofilo convinto e senza speranza di guarigione, prende su di sé tutti i problemi dei miagolanti, affamati, del suo quartiere. Coinquilino di 4 gatti, dei quali Luciano e sua moglie sono cuochi, badanti, camerieri e nurse, non ha ancora capito che i gatti fanno il “passa parola” su qual è il migliore b&b gratuito della zona. Durante gli anni di lavoro ha continuato a coltivare i suoi interessi letterari, con particolare riferimento alla narrativa, alla poesia e al dialetto napoletano. Già direttore dei corsi e docente presso la Luetec (Libera Università per la terza età della Campania), in Napoli, dove ha approfondito temi di “Lingua e cultura napoletana” e “Letteratura italiana del Novecento”, collabora con il mensile “Il Vomerese”, dove tiene una rubrica fissa sui modi di dire napoletani, e con la rivista informatica “napoliontheroad”, sulla quale pubblica articoli sul dialetto napoletano, sulla storia e sulle varie realtà di Napoli nonché racconti e poesie; vi cura anche una rubrica titolata “Stupidario linguistico”. Scrive anche per l’edizione cartacea di napoliontheroad e pubblica sulla rivista informatica vesuvioweb, sempre in tema di dialetto napoletano (problemi ortografici e modi di dire di particolare interesse storico). Da anni è collaboratore esterno de “La Settimana Enigmistica” dove propone sciarade, zeppe, palindromi, bifronti, crittografie ed altri giochi di parole. Per Edizioni Kairós ha pubblicato “O mellone chino ‘e fuoco. Venditori e voci di Napoli”(2009); “Acqua ‘e maggio. I proverbi segnatempo della tradizione napoletana” (2010); “Le zandraglie. Il martirologio della donna in una selezione di ingiurie napoletane” (2011); “Venere all’incanto” (2012); “Mannaggia Bubbà. Interiezioni, imprecazioni e invettive napoletane” (2012); “101 sfumature di eros” (2013); “Asso ‘e Coppe. Il folklore delle ingiurie napoletane” (2013); “Chianette e carocchie. Minacce e percosse nel dialetto napoletano” (2014); “Wellerismi napoletani. Motti, locuzioni e detti nella Napoli anctica e moderna”, (2015); “Cucozze e caracazze” (2016) e “Salutame a soreta. La dissacrazione di mamme e sorelle nelle espressioni napoletane” (Guida Editori, 2015).
