Nel libro “La manomissione delle parole” (ed. Rizzoli) GIANRICO CAROFIGLIO si dedica al recupero di cinque parole chiave del lessico civile: vergogna, giustizia, ribellione, bellezza, scelta. Questa lettura emozionante, che dà una prospettiva diversa per osservare il mondo, offrirà interessanti spunti di dibattito nel corso dell’incontro con lo scrittore ed ex magistrato che si terrà mercoledì 18 aprile alle 17 nella Libreria Spartaco in via Martucci a Santa Maria Capua Vetere (Ce). Ingresso libero in libreria. In serata, alle ore 21, Carofiglio salirà sul palco del Teatro Garibaldi per la performance tratta dal libro e che porta lo stesso titolo: “La manomissione delle parole”.
Lo scrittore in carta e ossa: GIANRICO CAROFIGLIO (Bari 1961) ha scritto libri tradotti in tutto il mondo, tra cui i romanzi dell’avvocato Guerrieri e i casi del maresciallo Fenoglio. L’uscita più recente per l’Einaudi è il romanzo “Le tre del mattino”. Per Edizioni Gruppo Abele a marzo 2018 ha pubblicato “Con i piedi nel fango. Conversazioni su politica e verità” con Jacopo Rosatelli.
Il libro e lo spettacolo “La manomissione delle parole”
“La manomissione delle parole” è una riflessione sull’uso dei termini, sulla loro funzione, sul valore che essi hanno nella costruzione delle storie di ciascuno di noi, tanto da essere pilastri della nostra vita etica e civile. Fondamenta che sempre più spesso vengono logorate dall’abuso e dalla manipolazione dei significati. Come si fa a ridar loro la dignità che meritano? Per Caroglio l’unico metodo è manometterli, cioè smontarli e rimontarli nel loro verso originario. L’autore costruisce un’indagine letteraria politica e giudiziaria a partire da alcune citazioni di personaggi diversissimi tra loro, da Aristotele a Cicerone, da Dante a Primo Levi, da Calvino a Nadine Gordimer, da Obama a Bob Dylan. L’importanza delle parole, delle parole al potere, è al centro del testo di Caroglio che ci ricorda che dire è fare.
La performance in teatro mette in gioco l’abilità oratoria di Gianrico Caroglio in costante dialogo con la versatilità espressiva del fagotto, considerato lo strumento più vicino alla voce umana. Le musiche dal vivo sono eseguite dal maestro Michele Di Lallo.
L’autore–interprete intreccia brani tratti dal libro a improvvisazioni tematiche in una partitura fluida e lieve tesa a coinvolgere gli spettatori. La luce, a cura di Vincent Longuemare , disegna uno spazio scenico in costante relazione con la drammaturgia. La regia è di Teresa Ludovico.