Riceviamo e pubblichiamo lettera della consigliera MariaGabriella Santillo indirizzata al primo cittadino Antonio Mirra.
Caro sindaco,
ho letto con dispiacere le parole che ha affidato al suo comunicato stampa in merito all’argomento ‘emolumenti devoluti alla comunità’. Non avrei voluto fare polemica perché il Consiglio Comunale era l’occasione giusta per chiarirci sull’argomento; ma, contrariamente a quanto si afferma, nessun consigliere di maggioranza ha chiesto parola e a nessuno la stessa è stata negata per mancanza di tempo.
Mi è dispiaciuto soprattutto perché, nonostante il suo fare monarchico e il continuo tentativo di mettere in ombra chi si dedica alla comunità sammaritana, in maggioranza c’è più di un collega che merita la mia stima.
Mi rammarica, altresì, essere additata come quella a cui bisogna insegnare qualcosa… Sarò neofita della politica, ma ho la fortuna di aver ricevuto dalla mia famiglia i valori della cultura e del piacere del l’apprendimento.
So benissimo che la rinuncia agli emolumenti è un atto volontario: chiedevamo come minoranza di capire se vi fosse o meno questa volontà anche da parte vostra. Il silenzio, il vostro silenzio, senza dubbio, è stata la risposta più ovvia.
Quando non si vuole rinunciare a qualcosa, ci si nasconde dietro paventate formule e artefizi come è accaduto nell’ultimo consiglio comunale.
Forse rinunciare semplicemente sarebbe stato troppo poco ‘politico’?
Sicuramente avrò dedicato meno tempo di lei, caro sindaco, a lavorare alla cosa pubblica, ma altrettanto sicuramente ho comunque lavorato: forse non se n’è accorto perché puntualmente ha disertato ogni iniziativa proposta.
E sulla questione fondi da recuperare, visto che in maggioranza se ne parla oramai già da oltre un anno, non credo sia un vero vantaggio per la città.
I mutui ricadranno comunque sulle tasche dei cittadini a differenza dei Bandi Regionali che, se intercettati non avrebbero avuto nessuna ricaduta sull’economia dei sammaritani. Purtroppo sono costretta a ripetere ‘se’!
A tal proposito vorrei regalarle un consiglio: non ripeta più che lavora ininterrottamente per la città, non le fa granché onore: perché i risultati purtroppo non si vedono, confermando indirettamente quanto affermiamo noi consiglieri della minoranza
Sono sicura che i cittadini preferirebbero sicuramente un lavoro meno applicato, ma più organizzato. Mirato, di qualità. Insomma un lavoro che a distanza di tre anni abbia dato almeno qualche risultato tangibile dalla comunità che non mi sembra così soddisfatta dell’operato dell’amministrazione.
In merito alla ricerca di un consenso momentaneo, devo purtroppo ricordarle quanto già le ho detto più volte: nessuno ci ha imposto di fare politica. La politica deve essere vissuta come spirito di servizio per la comunità.
E quindi portare risultati è essenziale, altrimenti la comunità ci rigetta e, purtroppo, al di là dei convegni, dei comunicati, degli eventi e dei selfie … non ci dà appello. Io ne ho preso atto e ho dovuto staccare la spina per rispetto ai miei elettori che si aspettavano ben altro, tornando con serenità e piacere al mio lavoro e dedicando il mio tempo ad una opposizione politica e non strumentale.
Pertanto non ho bisogno di consensi, ma di coscienza pulita. Forse questi servono più a lei che oramai della politica ne ha fatto una professione.
Le ricordo, qualora non se ne fosse ancora accorto, che io amo la mia città, e che prima di essere un politico, sono una cittadina, una mamma, un imprenditrice. E’ per questo motivo che mi sono messa in gioco! Se il suo lavoro ininterrotto cominciasse ad essere produttivo per la città, sarei felice e pronta a riconoscerglielo anche pubblicamente.